ACCADEMIA NAZIONALE
DELL'OLIVO E DELL'OLIO
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Cosa cambia se l'olio extravergine di oliva non è "100% italiano"? M.L. Clodoveo

di Maria Lisa Clodoveo– Università degli Studi di Bari

Le filiere agro-alimentari italiane sono le più sicure e controllate d’Europa. Anche se le leggi per la sicurezza alimentare hanno valore europeo, in Italia, l’ispezione delle aziende è svolta, oltre che dagli organi di controllo che fanno capo al Ministero dell’Agricoltura anche dagli organi di controllo che fanno capo al Ministero della Salute. Infatti la lista degli organi deputati ai controlli alimentari in Italia è quasi infinita: si va dai Servizi Veterinari e di Igiene degli Alimenti (SIAN) delle Aziende Sanitarie Locali in qualità di Autorità Competente Locale per la sicurezza alimentare, all’ispettorato centrale repressione frodi del Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali (ICQRF), dai reparti specializzati del Comando Carabinieri (NAS E NAC) ed i Carabinieri Forestali, alle Capitanerie di porto e la Guardia di Finanza, dai Posti di ispezione frontaliera, agli Uffici di Sanità Marittima Aerea di Frontiera, dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, all'Istituto Superiore di Sanità ed ai Laboratori degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali. L’ultimo Report dell'ICQRF dimostra che, nonostante le difficoltà dovute alla crisi pandemica in atto, nel 2020 sono stati condotti in Italia oltre 70mila controlli sui differenti prodotti alimentari, con una buona quota di questi riservata all’olio extravergine di oliva.

Sintetizzando potremmo dire che l’olio extravergine di oliva italiano è più sicuro, non solo, ma è anche più benefico per la salute, grazie alle condizioni pedoclimatiche nazionali che assicurano una concentrazione di acido oleico congrua con il claim salutistico approvato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). L’acido oleico è un grasso monoinsaturo, più stabile all’ossidazione rispetto agli acidi grassi polinsaturi. Secondo l’Efsa “la sostituzione di grassi saturi nella dieta con grassi insaturi come l’acido oleico contribuisce al mantenimento dei normali livelli di colesterolo nel sangue”. Concorda con l’Efsa anche la  FDA, la Food and Drug Administration, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, che ha dichiarato che gli oli che contengono almeno il 70% di acido oleico contribuiscono a ridurre il rischio di malattie coronariche come infarto miocardico, ischemia, morte cardiovascolare, malattia coronarica e aterosclerosi, grazie alla positiva azione sulla pressione arteriosa e sulle concentrazioni di colesterolo nel sangue.

La composizione in acidi grassi dell’olio extravergine di oliva è, però, influenzata da diversi fattori, tra cui principalmente la latitudine, cioè la distanza di un punto dall'equatore. Man mano che la distanza dall’equatore diminuisce cambiano gli intervalli termici nell’ambito della giornata e nelle diverse stagioni, modificando le attività degli enzimi deputati alla sintesi degli acidi grassi nelle cellule oleifere dell’oliva. Pertanto, gli oli prodotti in Italia, Spagna e Grecia risultano più ricchi in acido oleico rispetto agli oli del nord Africa nei quali aumenta, al contrario, la percentuale di acido linoleico e palmitico a scapito dell’acido oleico, viene dunque meno una porzione degli effetti benefici derivante dal consumo di olio extravergine di oliva.

 

ATTENZIONE: Le informazioni sulla salute contenute in questo articolo sono presentate al solo scopo informativo/divulgativo e  in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente.

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